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Catégorie : Archéologie
Il presente lavoro costituisce un’edizione rivista della tesi del dottorato di ricerca in co-tutela internazionale Amphores adriatiques à Rome. Les données du Nuovo Mercato Testaccio svolta presso Aix-Marseille Université e Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano.
L’objectif de la recherche est l’étude, d’un point de vue typologique, archéométrique, épigraphique, fonctionnel et commercial, des amphores adriatiques découvertes à Rome dans le secteur du Nuovo Mercato Testaccio.

par Claudio Capelli
Un’indagine puntuale sui frammenti e gli esemplari mutili o integri di anfore adriatiche, restituite dal contesto prescelto

Un’indagine puntuale sui frammenti e gli esemplari mutili o integri di anfore adriatiche, restituite dal contesto prescelto

Un’indagine puntuale sui frammenti e gli esemplari mutili o integri di anfore adriatiche, restituite dal contesto prescelto

Un’indagine puntuale sui frammenti e gli esemplari mutili o integri di anfore adriatiche, restituite dal contesto prescelto

Un’indagine puntuale sui frammenti e gli esemplari mutili o integri di anfore adriatiche, restituite dal contesto prescelto

Come confronto per le anfore adriatiche del Nuovo Mercato Testaccio, al fine di arricchire e precisare il quadro dei rapporti economici tra la costa adriatica e la capitale dell’Impero in epoca antica

La ricerca archeometrica sulle anfore adriatiche, iniziata negli anni Ottanta del Novecento con i materiali di Fosso S. Biagio (Fermo), vanta già una serie nutrita di campagne di analisi di vario tipo relative a contesti di rinvenimento diversi sia per tipologia (centri di produzione, siti di consumo, relitti, etc.) che per cronologia e dislocazione geografica

Ai fini del presente lavoro, anfore con segni, graffiti e tituli picti sono stati oggetto di una schedatura preliminare che ha tenuto conto, oltre che di tipo, impasto e provenienza stratigrafica del contenitore, di posizione, caratteristiche e testo della/e iscrizione/i.
par Patrice Brun
Lancée il y a une quarantaine d’années, l’enquête archéologique menée par Patrice Brun se caractérise par une hausse plus élevée que prévue de l’échelle spatiale et temporelle du champ documentaire envisagé au départ.

Les contributions illustrent l’ensemble des disciplines aujourd’hui impliquées dans l’histoire des maladies infectieuses, c’est-à-dire à l’interface d’une part, des sciences humaines et sociales, telles l’histoire et l’archéologie, et d’autre part, de la biologie.