Appunti per uno studio su graffiti e tituli picti
Ai fini del presente lavoro, anfore con segni, graffiti e tituli picti sono stati oggetto di una schedatura preliminare1 che ha tenuto conto, oltre che di tipo, impasto e provenienza stratigrafica del contenitore, di posizione, caratteristiche e testo della/e iscrizione/i2 (elenco completo nella tabella NMT_elenco dei graffiti e dei tituli picti su anfore adriatiche in ordine di inventario). Da tali dati scaturiscono alcune osservazioni preliminari.
Graffiti e altri segni
I segni raccolti (Figg. 27.3; 49; 54-55; 57.2), tutti apposti su anfore Dressel 6A, sono 14 e si trovano per lo più sul corpo, talvolta in prossimità del fondo3 del contenitore ceramico, mentre solo occasionalmente compaiono sull’ansa4 o sul puntale5. La maggior parte di essi è stata tracciata prima della cottura dell’anfora ed è quindi riferibile al momento della produzione del contenitore stesso. Si segnala la prevalenza, all’interno di questa categoria, di lettere a solco largo di dimensioni medie e grandi, apposte sulla pancia delle anfore (invv. 2628-2629 US 220, 2657 US 740, 3012 US 386, 3275 US 772, 3758bis US 981, 3898-3900 US 915, 4352 US 126, 4353 US 951)6, forse quale segno di riconoscimento di lavoranti7. Un segno analogo è stato riscontrato su almeno uno dei contenitori Dressel 6A (MT 105), conservati ai Mercati di Traiano (vd. infra, pp. 252-259). In una sola occorrenza nel nostro contesto è stato individuato un graffito inciso a secco con punta sottile: si tratta di una sequenza di tre X (inv. 1256 US 386), probabilmente un numerale, che documenta un momento successivo alla fase produttiva del contenitore (Fig. 49)8.
Tituli picti
I tituli picti – iscrizioni in cui viene generalmente riconosciuta la testimonianza delle fasi di utilizzazione dell’anfora quale contenitore della derrata trasportata9 – si conservano nel numero complessivo di 17 (Figg. 38; 50; 55.6; 56-57) e ricorrono prevalentemente su Dressel 6A, ma anche Dressel 2-410 (Fig. 50); sono dipinti in colore rosso11, con una sola eccezione12, per lo più sul collo dei contenitori ceramici e – solo occasionalmente – anche sulla spalla13 o sull’ansa14, senza che sia possibile individuare un criterio specifico come quello che, esprimendo le peculiarità del commercio annonario, presiede alla distribuzione delle iscrizioni sul corpo delle Dressel 2015.
In alcuni casi, nelle attestazioni raccolte è stato possibile riconoscere:
- l’indicazione di numeri e/o frazioni, riferiti con ogni probabilità a misure di quantità o capacità16, sempre trascritte sul collo (segni di piccolo modulo: h. 1,5 – 2 cm ca.), che presentano puntuali confronti con tituli picti indicati come pertinenti alla forma 6 nel vol. XV del CIL17: invv. 1253 US 386, 1254 US 386, 3012 US 386, 4356 US 747 (preceduto da PAR);
- probabili numerali (lettere di modulo grande: h. 4 – 5 cm ca.): invv. 2259 US 560 (il titulus si accompagna ad un graffito), 4357 US 358;
- sequenze di lettere nelle quali si può scorgere in via d’ipotesi una formula onomastica, più o meno abbreviata:
- probabili iniziali di tria nomina: invv. 4358 US 981, 4360 US 126, 4362 US 11;
- abbreviazione relativa a tria nomina, similmente a quanto esemplificato sopra, o più probabilmente parte iniziale di un singolo elemento onomastico: invv. 3014 US 523 (sull’ansa), 4356 US 747 (seguito da un’altra riga di scrittura);
- formule onomastiche maggiormente esplicite: invv. 1667 US 356, 2278 US 310 (titulus dipinto in nero, con significato probabilmente specifico);
- lettere isolate: inv. 2696 US 740;
- riferimenti indiretti al contenuto dell’anfora: inv. 3295 US 740: ]A / “VET”; inv. 4361 US 444: C*EC o L*EC / VET.
In rapporto a quest’ultimo punto, si segnala che numerosi tituli picti apposti su Dressel 6, pubblicati in CIL XV18, contengono, al pari dei nostri, l’abbreviazione VE o VET, da integrare in vetus, o alludono più o meno esplicitamente alla vetustas, espressione che ben si addice ad un contenuto vinario19, sebbene riferibile anche alle salse di pesce20; ad entrambi i contenuti parrebbe essere conveniente l’aggettivo lec(tum)21; purtroppo restituito, nel nostro contesto, da un titulus di incerta lettura (inv. 4361 US 444).

Da ultimo, graffiti e tituli picti, sulla base della provenienza stratigrafica, parrebbero indiziare una circostanza che la frequente assenza di parti tipologiche nei contenitori degli allineamenti e la difficoltà delle osservazioni macroscopiche sugli impasti non consentono di cogliere appieno: almeno due degli allineamenti, infatti, restituiscono recipienti che hanno tituli22 o graffiti23 affini e fanno pensare che nella realizzazione degli apprestamenti si sia di volta in volta attinto a lotti di anfore che potevano presentarsi omogenee sotto specifici aspetti.
INV. | US | Tipo | Impasto | Graffito | Posiz. | Caratteristiche | Titulus pictus | Posizione | Colore | Bollo | Figura |
1253 | 386 | D6A, gr. I | 6 | L seguito da simbolo (quincunx) | collo, sub ansa | 56.1 | |||||
1254 | 386 | D6A, gr. I | 7 | LI seguito da simbolo (bes) | collo, sub ansa | 56.2 | |||||
1256 | 386 | D6A, gr. III | 2 | XXX | parete | dopo la cottura, con punta rigida | VOLC | 49 | |||
1664 | 356 | D6A | 2 | A.C “AE”[ | spalla | rosso | 56.7 | ||||
2259 | 560 | D6A | 2 | segno (obliquo) | collo | a crudo | XII | collo | rosso | 57.2 | |
2278 | 310 | D6A | 5 | CC“AE”“ME”[ | collo | nero | 56.8 | ||||
2628 | 220 | D6A | 2 | I? | pancia | a crudo | 54.1 | ||||
2629 | 220 | D6A | 8 | V | pancia | a crudo | 54.2 | ||||
2657 | 740 | D6A | 9 | ER | pancia | a crudo | 54.3 | ||||
2696 | 741 | D6A | 1 | F | collo | rosso | 57.1 | ||||
3012 | 386 | D6A, gr. I | 6 | 1: SO; 2: V | pancia | 1: a crudo (con le dita?); 2: a crudo, con punta rigida | simbolo (triens) | collo | rosso | 55.6 | |
3014 | 523 | D6A | 3 | LOL | ansa | rosso | 56.9 | ||||
3100 | 4126 | D2-4 | 12 | CA* | collo | rosso | [C.I]“V*[L”].POLY | 50.2 | |||
3101 | 452 | D6A | 13 | IS*.[ // ST | collo | rosso | [B]“AR”B“VL” // C.I“VL”.POL[Y] | 38.3 | |||
3226 | D2-4 | 30 | ]T[ | collo | rosso | [B]“A*R”B“VL” // C.I“VL”.POLY | 50.3 | ||||
3275 | 772 | D6A | 13 | I | parete | a crudo, con punta rigida | 54.4 | ||||
3295 | 740 | D6A, gr. IV | 2 | ]A/“VET” signum | collo | rosso | 57.4 | ||||
3699 | 723 | D6A | 13 | M | ansa | a crudo, con punta sottile | 55.1 | ||||
3758b | 981 | D6A | 3 | I | pancia | a crudo | 54.5 | ||||
3898 | 915 | D6A | 3 | A | pancia | a crudo, forse con le dita? | 55.2 | ||||
3900 | 915 | D6A | 3 | A | pancia | a crudo, probabil-mente con le dita | 55.3 | ||||
4352 | 126 | D6A | 8 | A | pancia | a crudo | 55.4 | ||||
4353 | 971 | D6A | 2 | X | pancia | a crudo | 55.5 | ||||
4356 | 747 | D6A | 2 | PAR / simbolo? | collo | rosso | 56.1 | ||||
4357 | 358 | D6A | 2 | LIII | collo | rosso | 57.3 | ||||
4358 | 981 | D6A | 3 | T“CLS”.[ | collo | rosso | 56.4 | ||||
4360 | 126 | D6A | 13 | L.C.F | collo | rosso | 56.5 | ||||
4361 | 444 | D6A | 14 | C*EC o L*EC / VET | collo | rosso | 57.5 | ||||
4362 | 11 | D6A | 1 | LCC* | collo | rosso | 56.6 | ||||
4407 | 220 | D6A, f.1 | 2 | F | fondo | a crudo | 27.3 |
Notes
- Sono stati esaminati solo i reperti provenienti dall’area prescelta (settore NE del cantiere); non si esclude la presenza di reperti similari, al momento (novembre 2021) irreperibili, in altri contesti del Nuovo Mercato.
- Si registra un margine d’incertezza nella lettura dei tituli picti superstiti, che risultavano al momento della schedatura parzialmente evanidi, non essendo stati consolidati negli anni precedenti. Ai fini della trascrizione e della conservazione, essi sono stati trattati con un leggero fissativo.
- Inv. 3758bis US 981.
- Inv. 3699 US 722.
- Inv. 4407 US 220.
- Sono già segnalate lettere simili sulla pancia di anfore Dressel 6, anche in prossimità del fondo (ad esempio in CIL XV, 4660).
- Cfr. Rodriguez Almeida 1984, pp. 259-260, a proposito di lettere isolate, o più genericamente signa, e sigle di grande formato a solco largo, graffite sul corpo delle anfore Dressel 20 ed interpretate come segni di riconoscimento dei lavoranti tracciate, prima della cottura, con una sorta di stecca dalla punta arrotondata.
- Il graffito si accompagna al bollo VOLC (vd. supra, pp. 208-209).
- Vi compaiono nomi relativi alla merce trasportata, date, nomi personali o di località, indicazioni di peso e di misura (Manacorda & Panella 1993, p. 56).
- Invv. 3100 US 4126, 3226 sporadica; in entrambi i casi i tituli sono associati ai bolli della serie B“AR”B“VL // C.I“VL”.POLY.
- La resa grafica dei tituli in rosso nelle tavole non vuole essere naturalistica; essa punta piuttosto a un’immediata distinzione delle iscrizioni dipinte da bolli e graffiti.
- Inv. 2278 US 310: titulus di colore nero sul collo.
- Inv. 1667 US 356: titulus dipinto sulla spalla di un contenitore ceramico in colore rosso.
- Inv. 3014 US 523: titulus dipinto sull’ansa all’attacco con il collo in colore rosso.
- A titolo d’esempio Rodriguez Almeida 1984, pp. 175-251.
- Mongardi 2018, pp. 139-140.
- CIL XV, 4655, 4657, 4667, 4670, 4685. Cfr. Mongardi 2018, p. 240 n. 38
- CIL XV, 4549, 4654-4655, 4657-4661, 4680; cfr. CIL XV, 4582; 4680.
- Tchernia 1986, p. 132. Cfr. per una problematizzazione della lettura di un titulus VE su Lamboglia 2 Starac 2020, p. 163.
- Carre et al. 2009, p. 217 per una Dressel 6A con titulus FLOS / VET / (annorum) X. Si tratta probabilmente di un caso, fra i vari documentati per Dressel 6A e B, di riutilizzo (ancora Carre et al. 2009, p. 216-220).
- Cfr. Mongardi 2018, pp. 135-138, p. 235 n. 22, p. 239, n. 35, cui si rimanda per bibliografia precendente e confronti, in particolare per l’aggettivo utilizzato in rapporto al vino di Kos su un’anfora Pompeii VII (CIL IV, 5540).
- US 386, invv. 1253-1254, 3012.
- US 915, invv. 3898 e 3900.