Il presente lavoro costituisce un’edizione rivista della tesi del dottorato di ricerca in co-tutela internazionale Amphores adriatiques à Rome. Les données du Nuovo Mercato Testaccio (a. a. 2011/2-2014/5), svolta presso Aix-Marseille Université e Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, con relatrice Marie-Brigitte Carre e correlatrice Ilaria Romeo1. La commissione esaminatrice era composta, inoltre, da Michel Bonifay, Maria Letizia Caldelli, Stefania Pesavento e Francis Tassaux.
Il dottorato scaturiva a sua volta da un’esperienza di lavoro pluriennale sul territorio di Testaccio, nell’ambito dell’allora Soprintendenza Speciale per i Beni Archeologici di Roma sotto la direzione scientifica del funzionario responsabile di zona, Renato Sebastiani.
La proposta di pubblicare la tesi, formulata da Francis Tassaux, già membro della commissione di dottorato, ha comportato innanzitutto la revisione e l’aggiornamento contenutistico e bibliografico del materiale predisposto. Al fine di documentare la costruzione del metodo di lavoro e di rappresentare gli elementi che hanno condotto al quadro di insieme conclusivo, la struttura del testo è stata, tuttavia, lasciata sostanzialmente intatta, insieme agli ampi riferimenti alla documentazione inventariale.
Il volume consta pertanto di un’introduzione dedicata allo stato delle conoscenze sulle produzioni anforarie adriatiche, punto di partenza per la ricerca. Segue una dettagliata analisi del contesto di provenienza del materiale con riguardo al rione Testaccio, area portuale della città antica, e allo scavo del Nuovo Mercato. In questo ambito si fa ampio riferimento al materiale elaborato dal gruppo di lavoro che si è occupato del territorio in esame. La ricerca entra poi nel vivo del lotto di anfore adriatiche restituite dalle indagini del Nuovo Mercato Testaccio e in particolare dal settore nord-orientale, che sono state studiate sotto il profilo morfologico ed epigrafico, combinando l’osservazione macroscopica degli impasti con le indagini archeometriche. In questo passaggio è stato fondamentale l’apporto della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per le province di Chieti e Pescara che ha autorizzato lo studio, il prelievo, le analisi petrografiche e infine la pubblicazione dei reperti della fornace di Marina di Città Sant’Angelo, scavata da Andrea R. Staffa. Da ultimo, nel lavoro sono stati affrontati due notevoli contesti di confronto, riferibili a Roma (anfore dei Mercati di Traiano) e a Ostia (Longarina 2), con esame autoptico dei reperti anforari e revisione della bibliografia scientifica.
Le conclusioni aprono a nuove prospettive di ricerca sui contenitori adriatici, in specie con riguardo al corredo epigrafico e alla caratterizzazione di una produzione picena meridionale.
Nel corso dell’intero progetto sono stata debitrice a tanti colleghi, docenti e amici, ampiamente citati nel volume, innanzitutto a coloro che hanno seguito con passione e dedizione lo sviluppo del dottorato in sede accademica sino alla discussione presso Aix-en-Provence prima e alla proposta di pubblicazione poi: Marie-Brigitte Carre, Ilaria Romeo e Francis Tassaux, con Michel Bonifay, Maria Letizia Caldelli, Yolande Marion e Stefania Pesavento. Occorre poi ricordare il gruppo di lavoro del Nuovo Mercato Testaccio, all’interno del quale uno speciale rapporto di affetto e di stima mi lega ad Alessia Contino e Renato Sebastiani. Nell’ambito della Soprintendenza Speciale Archeologia Belle Arti e Paesaggio di Roma è attualmente responsabile di zona la collega archeologa Barbara Rossi che ha accolto con entusiasmo questo progetto editoriale. È importante inoltre sottolineare la perizia e lo zelo nelle indagini archeometriche di Claudio Capelli del dipartimento DISTAV dell’Università di Genova. Infine, tutte le istituzioni che attraverso i propri rappresentanti si sono rese disponibili, dai Mercati di Traiano al Parco Archeologico di Ostia Antica alla già citata Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per le province di Chieti e Pescara, hanno consentito di allargare notevolmente le prospettive di ricerca del progetto con l’accesso a eccezionali nuclei di materiali.
L’importanza dei rinvenimenti e delle collaborazioni che si sono attivate attorno a questo lavoro hanno suscitato continui interrogativi e aperto nuove questioni. Si spera dunque di poter concorrere attivamente al dibattito e alla ricerca scientifica con la qualità delle domande che si è contribuito a porre più che con la quantità delle risposte che si è tentato di dare.